martedì 25 settembre 2007
Bagno a Brema
giovedì 20 settembre 2007
Chiudiamo le valigie, andiamo a Berlino!!!!
Lo so, il blog va a rilento, ma colgo l'occasione per raccontarvi del weekend a Berlino!!!
Innanzitutto rievochiamo i fatti, il 9 Luglio del 2006 Zidane segnava un rigore (inesistente) al quale replicava Materazzi di testa. Volendo replicare al nostro difensore il Francese con la stessa parte del corpo colpiva lo sterno di Materazzi facendosi cacciar via... Materazzi replicò poi al fantasista mettendo a segno il suo rigore nella lotteria finale che ci vide diventare CAMPIONI DEL MONDO!!!!
E diciamolo ancora, visto che per quasi 3 anni potremo vantarcene!!!
Ovviamente, il mio soggiorno in Germania non poteva non prevedere una tappa nella capitale tedesca per fare una foto con tanto di tricolore davanti all'OlympiaStadion!
Dettaglio non di poco conto, la bandiera è la stessa portata in trionfo la sera del 9 luglio per le strade del centro, ed è venuta con me anche a Tolosa. D'altra parte, in terra francese e in terra tedesca, non poteva di certo mancare...
Ma, a parte questo, voglio davvero raccontarvi qualcosa del weekend appena passato a Berlino, una città davvero meravigliosa e affascinante!
Non starò a descrivere tutto quello che ho visto, la cosa richiederebbe davvero troppe pagine, ma soprattutto la mia descrizione sarebbe estremamente riduttiva. Racconterò piuttosto cosa di più mi ha colpito, ma soprattutto farò un'enorme pubblicità a un servizio turistico!
Si tratta del New Europe Tours, ed è principalmente grazie a loro che ci è stato possibile usufruire di un tour della città incredibilmente esaustivo, che ci ha fatto conoscere posti e aneddoti che altrimenti mai avremmo potuto scoprire in una normale visita, e soprattutto con meno di 3 giorni a disposizione!
Ve lo consiglio davvero, nel caso doveste capitare in una delle città europee coperte, approfittatene!
Il sito del tour è http://www.neweuropetours.eu.
Vi starete chiedendo il perché di tutta questa pubblicità... vado con ordine.
Venerdì: Ostello, Reichstag e... Pub Crawling!
Innanzitutto faccio un'altra piccola pubblicità dell'ostello in cui siamo stati, eravamo in 4 (io, Cosimo, Sandro e Vincent), siamo stati al Generator Hostel, che tra l'altro è una catena... Beh, a Berlino, camera da 4 privata per 17 euro a testa con colazione (buffet a volontà), lenzuola e asciugamani compresi è davvero un affarone!
Fatto sta che in ostello troviamo dei volantini della suddetta agenzia e ci accorgiamo delle diverse iniziative.
Restiamo innanzitutto colpiti da quella che avremmo potuto sfruttare il giorno dopo: TOUR A PIEDI DELLA CITTA'...GRATUITO!
Cose da vedere coperte...praticamente tutte! Ma ne parlerò meglio descrivendo la giornata di sabato, perché per venerdì sera troviamo come iniziativa il Pub Crawling!
Non avendo idea di che fare la sera decidiamo di sfruttare la cosa. Nel pomeriggio (siamo arrivati a Berlino intorno all'una) facciamo un giro al Reichstag (fantastica la cupola di Foster, spero che le foto rendano l'idea) e ovviamente la porta di Brandeburgo....sì, quella dei 50 centesimi tedeschi, 'gnoranti...
La cosa che di più colpisce girando per la città è come davvero si respiri ancora l'aria degli enormi eventi che l'hanno caratterizzata. Oltre alla distruzione della guerra, ancora di più è stata una città segnata dalla divisione in due, dalla presenza inquietante del muro che per tanti anni ha tenuto divisi amici e parenti, che è stato abbattuto quasi a mani nude, che però ancora si fa ricordare. Non solo con i pezzi che son rimasti, ma anche con il percorso dei 2 muri che attraversa la città... Lo sapevate che non era uno solo, vero? In realtà io no, l'ho scoperto lì: c'era il muro dell'est, quello dell'ovest (molto meno sorvegliato, ovviamente, quelli dell'est li accoglievano a braccia aperte!) e in mezzo la "death zone", dove chiunque vi si fosse trovato avrebbe fatto una brutta fine...
Ma passando a cose più allegre, il pub crawling! In realtà forse non un grande affare dal punto di vista economico, ma sicuramente un buon modo per fare un giro in diversi locali della città insieme a un mare di gente...sì, perché il gruppetto che partendo dal nostro ostello era fatto da una ventina di persone, dopo essersi congiunto con altri ostelli e man mano che la serata andava avanti è diventato un'accozzaglia di gente... Costava la bellezza di 12 euro, avevi qualche offerta speciale nei posti dove si andava (ma comunque dovevi pagarti da bere, al massimo ti regalavano qualche shot in più), ma soprattutto un omone russo enorme (che ovviamente si chiamava Sasha) girava tutta la sera con delle bottiglie di vodka e arancia (sarebbe meglio dire arancia e vodka) e tu seguendolo col tuo bicchierino di plastica dovevi fartelo riempire camminando tra un locale e l'altro...
Posto più figo della serata: il Zapata! Un vecchio centro sociale ora diventato a norma, situato in un edificio diroccato, con una grossa zona aperta che faceva da bar. Non sono riuscito a girarlo tutto perché già solo per trovare il bagno ho fatto dei giri assurdi, considerate che si poteva andare dentro due ali di un palazzo alto 5-6 piani...Mi han detto che è anche aperto 24 ore su 24! Oltre a far da pub fa anche da centro culturale, comunque se capitate a Berlino fateci un salto, ve lo consiglio davvero!!!
Sabato: Free Tour, Potsdammer Platz e Birrificio!
Veniamo alla domanda che tutti vi starete ponendo...tour gratis... dov'è il pacco??? Nessun pacco, davvero, le guide sono dei ragazzi che tramite questa associazione offrono un tour a piedi di circa 4 ore. Gratis, sì, alla fine chiedono solo ai partecipanti di lasciare una mancia.
Un metodo davvero funzionante e innovativo, il tour è aperto a tutte le tasche, la guida si impegna a dare sempre il meglio, è una guida informale, l'ideale perché ti fa vedere le principali attrattive della città (dall'esterno ovviamente) condendo il tutto con tanti particolari divertyenti e interessanti che una guida difficilmente ti racconterebbe o ti farebbe vedere. Ad esempio, raccontare qualche dialogo di Hildenburg quando Hitler prese il potere, farti notare un palazzo privo di significato, ma ancora segnato dai proiettili della guerra, ma soprattutto delle guerre civili durante l'occupazione sovietica post-bellica...e non ultimo il racconto di come il muro sia caduto per...errore! Davvero incredibile come riuscisse a mischiare ironia e racconti divertenti a momenti di serietà e raccoglimento, come quando si parlava di campi di concentramento o quando ci siam trovati nel mezzo del monumento in memoria dell'olocausto.
In quest'ultimo è davvero indiscriviblie la sensazione di smarrimento e di confusione che si può provare passandoci attraverso, un'ottima opera secondo me.
Un altro aneddoto simpatico: la torre della tv viene chiamata anche "The Pope's Revenge", questo perché fu fatta costruire all'inizio della guerra fredda da un tizio di cui non ricordo il nome, ma che volle anche eliminare tutte le croci dalle chiese, per sottolineare la loro opposizione al potere della Chiesa, cosa che non piacque così tanto alla popolazione... Ironia della sorte, cosa notata da suo figlio, data la forma e il materiale, quando il sole splende sulla sfera che si trova al centro della torre, si vede esattamente la forma di una croce!!! (Cosa abilmente immortalata dal sottoscritto... Reuters, sto arrivando...).
Senza una guida così sarebbe anche stato molto difficile sapere di essere in piedi esattamente dove una volta c'era il bunker di Hitler, lo stesso dove si suicidò e di cui ora non resta nessuna traccia.
La nostra guida era Australiana, in realtà anche le altre guide che abbiamo visto erano di altre nazionalità, Berlino è davvero una città multi-etnica che attira giovani da tutto il mondo! E comunque, sicuramente è stato decisamente il tour migliore che mi sia mai capitato di fare, oltre ai 5 euro meglio spesi di tutto il viaggio! Sul sito del tour c'è anche la nostra foto: guardate tra quelle del 15 settembre, cercate di trovarmi!!!
Il pomeriggio lo abbiam passato nella zona di Potsdammer Platz, davvero bella! Peccato solo aver bevuto all'interno del palazzo fatto dal nostro Renzo Piano il peggior tè che mi sia mai capitato... Affascinante anche il campaninle della vecchia cattedrale, lasciato mezzo distrutto dai bombardamenti, peccato per quello scempio di chiesa moderna che ci hanno costruito accanto...
Ma passiamo alla sera: guidati dalla passata esperienza di Sandro, ci siamo diretti in cerca di una birreria in cui lui era stato anni fa, che serviva birra prodotta da loro stessi e piatti tipici.
Dopo qualche difficoltà l'abbiamo trovata, una mangiata davvero valida! Accompagnata da un'ottima birra weizen. Abbiamo anche approfittato dell'offerta di "Beer Tasting", quattro tipi diversi di birra da assaporare: non potevamo mancare!!!
Purtroppo non poteva neanche mancare il provare la "Berliner Spezialitat"... Quando i Francesi protestanti furono cacciati e si rifugiarono a Berlino, non gradirono il sapore della birra e decisero di modificarla aggiungendo sciroppi, creandone due versioni, una rossa e l'altra verde, e cioè la Specialità di Berlino...
Ora, dire quale delle due fosse meno peggio è davvero difficile, una roba dolciastra e difficilmente bevibile...Ovviamente tutti i nostri insulti sono andati all'indirizzo di Vincent, che ha dovuto ammettere la schifezza prodotta dagli avi dei suoi connazionali e ha provato a declinare ogni responsabilità...
Per lavarci la bocca, siamo ahimé stati costretti a berci un'alra weizen...
Domenica: Sachsausen
La guida del giorno prima ci è talmente piaciuta da averci fatto decidere di investire 12 euro per il giorno successivo per la visita guidata a Sachshausen, ovvero il primo campo di concentramento, giusto alle porte di Berlino.
Sì, perché la stessa agenzia organizza ovviamente anche tour a pagamento; la visita al campo di concentramento già di per sé si presentava molto interessante, inoltre la guida ci ha detto che sarebbe stata lei stessa a farla domenica...
Quindi senza neanche pensarci abbiamo deciso di fare la visita: domenica mattina abbiamo prima fatto un piccolo giro per i fatti nostri (con foto davanti allo stadio compresa, grazie a Vincent per aver accettato di portarci nonostante la macchina fosse sua e di farci la foto, gesto estremamente sportivo essendo lui francese...) e poi siamo andati direttamente in macchina e con le valigie a Sachshausen incontrando direttamente lì la guida e il gruppo.
Tra le mie foto, non troverete quelle della visita al campo di concentramento...non solo non le ho pubblicate, in realtà non ne ho fatta neanche una... Questo non per negligenza, il fatto è che davanti a una struttura così non me la son proprio sentita di fotografare quei luoghi. Non che voglia criticare chi le ha fatte, sia chiaro, ma come già mi successe visitando Mathausen, il disagio e il ribrezzo per quello che l'umanità sia stata (e tuttora sia) in grado di fare mi impedivano di tirar fuori la macchina e portarmi dietro quel tipo di ricordi. Certe cose le mantengo dentro di me al di là delle fotografie e posso davvero assicurarvi che l'immagine di un forno crematorio rimane ben impressa nella mente per un bel po'...
Nonstante queste sensazioni, consiglio vivamente a chi abbia la possibilità di visitare un campo di concentramento di sfruttarla, sono sensazioni indescrivibili, bisogna trovarsi lì per capire davvero cosa possa esser successo...
Ora non scriverò altro sul tema, scopo del mio blog è raccontare episodi divertenti, curiosi, etc... non ho assolutamente la pretesa di imporre riflessioni di alcun tipo a nessuno, né voglio intristire o incupire nessuno raccontando le mie...
Tornerò a Berlino?
La risposta è banale: ASSOLUTAMENTE SI'! Non solo perché la città mi sia piaciuta veramente tanto... ma anche per il fatto che sia una città in continua evoluzione, in continuo cambiamento!
Degli esempi? A fianco del duomo, fino alla fine della guerra si trovava il palazzo reale, semi-distrutto poi dai bombardamenti, i russi decisero di demolirlo e di costruirci un enorme palazzone cubico e orribile, tutto coperto di un orrido bronzo. Ora questo stesso palazzo lo stanno smantellando, pezzo dopo pezzo, cosa sorgerà al suo posto? C'è chi vorrebbe ricostruire il vecchio palazzo reale, chi fare un semplice parco...di sicuro quando (e se) ci tornerò quel palazzo così grande e imponente in una zona così importante non ci sarà più.
E' incredibile vedere quante aree ci siano nel cuore della città ancora in attesa di essere sistemate o di iniziare una nuova costruzione.... Lo stesso momunmento in memoria dell'olocausto è stato aperto solo nel 2005!
Quindi sicuramente ci tornerò, e a maggior ragione credo proprio che mi rivolgerò allo stesso servizio di guida! Anche perché sono sicuro che rifacendolo scoprirei tante altre cose interessanti sulla città, la sua storia e le sue evoluzioni!
Bene, grazie di aver letto fin qui, spero di avervi trasmesso un po' del mio entusiasmo provato in questa visita...
e ogni tanto lasciatemelo un commento quando leggete!!! Non fate i timidi!
Tschüs!!!
lunedì 10 settembre 2007
Rieccomi!!!
Ciao a tutti!
Allora, come state? Lo so, lo so, era da una vita che non aggiornavo il blog...ora cercherò di attempare un po' di scuse per la mie mancanze, voi fate finta di crederci...
Innanzitutto per quasi 2 settimane Barbara è venuta a Brema e ovviamente non dedicavo il tempo libero a scrivere il blog... In secondo luogo a casa non riusciamo più ad avere la connessione ad internet, e scrivere il tutto off-line e poi inviare “in differita” mi fa passare un po' gli stimoli...
In realtà non avremmo mai dovuto averla, ma fino al 20-25 agosto spuntava una rete wireless senza protezione, di cui noi tutti allegramente approfittavamo...ora o il tizio che la detiene si è fatto furbo, oppure semplicemente ha smesso di funzionare...boh...
Ma veniamo ai racconti, se snocciolassi tutto come al solito dovreste prendervi un intero pomeriggio per stare a leggere tutto, farò quindi una grande sintesi di due gite, raccontandovi qualcosa di quando Barbara è stata qui e siamo andati in gita ad Amburgo e Schwerin (che era il suo regalo per il mio compleanno) e della gita che ho fatto coi miei compagni a Bremerhaven... E già così la cosa sarà bella lunga, quindi preparatevi e mettetevi comodi...
Schwerin e Amburgo
Vi starete chiedendo cosa e dove sia Schwerin...innanzitutto state sicuramente sbagliando pronuncia, si legge con la “sc” come in “sci”, la w si legge come la nostra “v” e l'accento va sull'ultima sillaba... “Scverìn”, insomma....
A parte questa digressione sull'etimologia crucca, il grosso della descrizione di questa cittadina lo avete semplicemente guardando le foto. E' una città ad est di Amburgo, caratteristica soprattutto per l'enorme lago su cui si affaccia, chiamato infatti Schwerinersee (“il mare di Schwerin”, vabbé, questa era facile...).
La città comunque è molto carina, alcune cose son state ricostruite dopo i bombardamenti, c'è un cosiddetto “castello” su un'isoletta sul lago. Lo abbiam visitato, per fortuna la visita costava poco (se non ricordo male intorno ai 2,50 per noi poveri studenti...) perché l'interno non è che fosse così esaltante. Tutto rivestito in legno, ma praticamente tutte le decorazioni anziché essere legno intagliato erano di stucco dipinto poi coi colori del legno... e la cosa bella è che si mettevano pure a dirlo, quasi vantandosi che fossero stucchi....
Bellissimi i pavimenti, maestosa un'unica sala, con tantissimo marmo (ovviamente di Carrara)... Molto più interessanti invece i giardini intorno al castello e quelli sull'altra sponda (collegati con un ponte al castello); non starò a descriverli più di tanto, perché parlano sicuramente meglio le foto...
Sconsiglio invece vivamente di passare a Schwerin un venerdì sera, siamo andati disperatamente in cerca di un po' di vita ma non c'era davvero nulla...spero per loro che il sabato sia diverso, oppure che la vita sia da tutt'altra parte e noi non ci siamo passati...Abbiamo però ripiegato su un birrificio che faceva della birra (produzione propria) davvero ottima, e ovviamente il boccale è finito ad arricchire la mia collezione... :)
Sconsiglio ancora di più di intraprendere le crociere sul lago!!! L'abbiamo fatta sabato mattina e... che palle! Meno male che abbiam fatto quella più corta (e più economica). Bello il viaggio in mezzo alla natura, per carità... ma un'ora e mezza di acqua e sponde verdeggianti...oltre al fatto che ha iniziato anche a fare freddissimo, freddo che ovviamente i tedeschi affrontavano sorridendo in polo a maniche corte...
C'è da dire però che abbiamo mangiato benissimo, spendendo molto meno di quanto avremmo speso in Italia, inoltre l'albergo era davvero fantastico...anche se Barbara avrebbe qualcosa da ridire se dovessi tornarci, non per l'albergo in sé, ma per chi ci lavora...
Tutta un'altra cosa, invece, Amburgo!
Appena scesi dal treno (sabato pomeriggio) percorriamo la via pedonale dei negozi e siamo letteralmente travolti da un'ondata di gente che gira per le strade e ci sentiamo dei polli per non essere scappati via prima da Schwerin (anziché fare quella fantastica crociera,,,).
Ci dirigiamo di corsa in albergo e facendocela a piedi ci rendiamo conto che sulla nostra guida la cartina di Amburgo ha una scala leggermente diversa da quella di Schwerin... A parte la camminata lunghissima, abbiamo anche la spiacevole sorpresa di ritrovarci con una camera doppia anziché una matrimoniale... Come risarcimento riusciamo solo ad ottenere la colazione per il mattino dopo, poca roba...
Cosa positiva di aver trovato i negozi aperti: ho comprato le scarpe da basket!!! A molti la cosa sembrerà insignificante, ma chi pratica il mio sport sa quanto sia una rottura trovarne a Torino e soprattutto quanto costino...qui ho recuperato delle ottime nike a 50 euro! Che culo, era anche l'ultimo numero rimasto...
A parte questo shopping, dedicherò la mia descrizione alla cosa che più mi ha colpito nel visitare Amburgo: la cattedrale di S.Nikolai...o almeno quello che ne resta.
Il campanile annerito dalle fiamme, infatti, è l'unica parte rimasta in piedi dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. E' stato deciso infatti di non ricostruire la chiesa e di lasciarla così in memoria delle distruzioni causate dalla guerra e come monumento in onore della pace... Che dire, trovarsi lì è davvero una sensazione difficile da descrivere e non voglio neanche provare a farlo qui su un blog... dico solo che trovandosi lì si è quasi obbligati a sedersi un attimo e riflettere su cosa possa esser stato trovarsi lì in quei momenti...
Una cosa che invece è miracolosamente rimasta integra nonostante i bombardamenti è il Rathaus (che sarebbe poi il palazzo del municipio, questa era più difficile...), davvero una costruzione imponente, molto bella anche all'interno. Doveste andare ad Amburgo, vi consiglio vivamente di fare la visita guidata (in English, of course...), ne vale la pena!!!
Episodio divertente da raccontare: già sabato ci eravamo accorti del fatto che preparassero delle transenne da mettere in strada e in centro c'erano dei gazebo dedicati al ciclismo, abbiamo quindi intuito che ci fosse qualcosa tipo la nostra stratorino, fatta però tutta in bici, cosa che non sarebbe più di tanto assurda visto quanto qui sia praticato il ciclismo. Domenica troviamo la città con il traffico bloccato e per tutta la giornata vediamo passare diversi gruppi di ciclisti, a quanto pare divisi in base alle categorie, passando da veri e propri amatori e arrivando a gente che sembrava abbastanza allenata... Andando avanti per tutto il giorno la cosa e visto il fastidio provocato ogni volta che dovevamo attraversare una strada, io e Barbara più volte ci siam lasciati andare a commenti tipo: “Ma ancora? Ma quanti ne passano?”, “Basta, ma la finiscono 'sti ciclisti della domenica?” e simili... Passando davanti al traguardo abbiamo anche scherzato dicendo: “Vuoi che ci fermiamo? Aspettiamo per fare il tifo a qualche panzone che sprinta per arrivare 200esimo?”.
Solo nel tardo pomeriggio, guardando un maxi-schermo che proiettava le immagini della corsa, ci siamo accorti che in quel momento lo stesso tragitto era percorso da professionisti... e abbiamo visto sempre sul proiettore l'arrivo, con il nostro Ballan che tagliava il traguardo, con Bettini arrivato quarto (credo)... sì, proprio quello stesso traguardo davanti a cui eravamo passati un quarto d'ora prima quando c'era poca gente e in cui abbiamo detto le nostre splendide battute riportate sopra...
Tornato poi a Brema, ho scoperto che ovviamente quella vittoria era sulla prima pagina della gazzetta on-line... e quello a cui abbiamo assistito era la preparazione alla corsa (di cui non ricordo il nome), che però è una classica del ciclismo, tipo la nostra Milano-Sanremo, concentrata però su Amburgo...
Spero che nessun amante del ciclismo stia leggendo queste righe, altrimenti lo autorizzo a venir qui e a riempirmi di vergate....
Dai, qui sarò brevissimo, giuro, Bremerhaven è una cittadina nata come porto per Brema a fine ottocento. Infatti Brema aveva il porto sul fiume, il Weser, ma visto il suo progressivo insabbiamento han dovuto costruirne uno direttamente sul Mare del Nord, intorno a cui è sorta appunto Bremerhaven.
Questo porto è stato uno dei principali luoghi di emigrazione dalla fine dell'ottocento a metà novecento, soprattutto verso l'America. Siamo quindi andati a vedere un museo dedicato alla storia dell'emigrazione, davvero molto interessante!
Ad ogni visitatore viene assegnato un personaggio, di cui durante la visita si scoprono la vita, il motivo del viaggio, etc... A me è toccato uno abbastanza fortunato, tale Erich Koch-Weser, politico tedesco che è dovuto emigrare con la salita al potere dei nazisti ed è finito in Brasile dove poi ha fondato una piccola colonia tedesca, dico fortunato perché era abbastanza ricco da permettersi la prima classe. Durante la visita sono rappresentate varie situazioni tipiche dei viaggi in nave di quel periodo... Alla fine si scopre qualcosa sui discendenti del proprio personaggio e si possono anche rintracciare i viaggi dei parenti emigrati in America, non solo dalla Germania! Un mio compagno è riuscito infatti a stampare una copia della carta d'imbarco di suo nonno, partito per l'America da Napoli nella prima metà del Novecento!
Ultima parte della visita, uno zoo marino... Io sono profondamente contrario agli zoo, mi dispiace troppo vedere gli animali in habitat minuscoli... infatti ero molto combattuto tra il mio odio verso gli zoo e il mio amore verso gli animali...Alla fine la curiosità ha fatto vincere la seconda parte di me, ho avuto così l'occasione di vedere in particolare un orso polare (no, non aveva cuccioli, Knut è solo a Berlino...), delle foche con tanto di cucciolo, una famiglia di orsetti lavatori (troppo fighi, ne voglio uno!!!) due puma e, tra le altre cose, un cucciolo di non so che animale (forse lupo, o forse volpe, boh...) che si divertiva a mordermi il dito attraverso la grata...Forse aveva intenzione di mangiarmelo, ma avendo ancora i dentini piccoli era così carino...
In volo verso Torino
Beh, credo di essere stato fin troppo prolisso ma spero non troppo noioso... Queste righe le sto scrivendo sull'aereo che mi sta portando a Monaco, dove ne prenderò un altro per venire a Torino! Sì, faccio il weekend a Torino, ma credo che un po' tutti quelli che leggono lo sappiano già e poi domenica sera ritornerò nella fredda Germania...
Frase aggiunta sul volo di ritorno da Torino (Torino-Francoforte): metterò tutto online lunedì mattina, in questi giorni a Torino non ho avuto tutta 'sta voglia di stare su internet...
Vi racconterò prossimamente qualche aneddoto su Brema, sulla mia fantastica preparazione atletica, sulla nostra esperienza di “MosquitoBusters” e altre cose divertenti...
Stay Tuned!
martedì 7 agosto 2007
Nella patria dei mulini a vento: Groningen!
Sono qui a Brema, dove da giovedì mi ha raggiunto Barbara!
Visto che son passati diversi giorni, e visto soprattutto che non ho molto tempo per scrivere, ecco una descrizione molto sintetica di Groningen e dintorni.
Groningen
Arriviamo a Groningen nel tardo pomeriggio, viaggio lungo a causa di incidente in autostrada e stranissime deviazioni. Cerchiamo subito alberghi/ostelli/B&B che possano ospitarci, visto che da bravi turisti organizzati abbiamo organizzato la gita il sabato mattina... Oltre a me, ci sono Stewart, Sandro, C., Daniele e la sua ragazza, Irene.
Dopo aver verificato un indirizzo trovato su internet (chiuso), grazie al punto turistico (che chiude un minuto dopo) troviamo una serie di indirizzi e quindi noi 4 "non accompagnati" riusciamo a trovare una stanzina da 4 a un prezzo ragionevole.
La città è davvero carina e soprattutto molto viva! Tanta gente in giro, anche la sera, fino a tardi! Il modello è sempre quello olandese, per chi fosse stato ad Amsterdam il paragone è d'obbligo, ponti sui canali che si sollevano (anche se non li vedi mai all'opera), boat houses (barche che sono vere e proprie case) e ovviamente i famosi coffee shop e anche la via a luci rosse...
Gli ultimi due punti soprattutto sono un po' più deludenti, rispetto alla capitale. Voglio dire, la "merce" si trova allo stesso modo, ma il tutto è molto meno caratteristico per chi non sia direttamente interessato... La via a luci rosse è una viuzza con solo ed esclusivamente le donnine in vetrina (mentre ad Amsterdam avevi di fronte il macellaio...) e i coffee shop hanno molta meno atmosfera.
Al di là di questi punti, comunque vi dicevo che la città mi è molto piaciuta. Il sabato sera è stato molto divertente, siamo continuamente passati da un locale all'altro, stando non più di 15-30 minuti in ogni posto. Questo sia per vederne tanti, sia perché erano tutti strapieni e ad un certo punto mancava l'aria... La stesa cosa veniva fatta anche dalla gente del posto, quindi non si trattava di mancanza di abitudine...
La quiete "dopo" la tempesta
Dopo tutta la vitalità del sabato pomeriggio e del sabato sera, il risveglio è stato abbastanza traumatico. Tutte le città la domenica sono più silenziose, in particolare la domenica mattina, ma lo spettacolo che ci siamo trovati davanti a Groningen è stato incredibile. Tutto chiuso (tranne un paio di bar) e le strade totalmente vuote, e così sono rimaste fino a circa le 14.00.
Non che a quell'ora sia cambiato qualcosa, ma semplicemente siamo andati via noi. Scopo del viaggio, a questo punto, è diventato vedere il Mare del Nord!
Il Mare del Nord (Delfziji) e poi Winschoten
Sarò molto breve a riguardo... una delusione.
Sarà che Delfziji è anche un grande porto, ma la spiaggia era triste, l'acqua torbida e sulla riva c'era una distesa di alghe... il tutto ci ha messo un po' di tristezza e allora dopo aver pucciato i piedi e ricevuto la benedizione da Daniele (v. foto), abbiamo fatto tappa in un paese chiamato Winschoten che era sulla via del ritorno.
Anche qui desolazione incredibile, nessuno in giro, solo un paio di posti aperti per mangiare e bere qualcosina. Tempo allora di un pranzo in una specie di fast food a base di kebab in cui ovviamente ci mettono mezz'ora a portarci da mangiare (alla faccia del fast) e poi via verso casa, dove ci attendeva uno strenuante bucato alla lavanderia automatica....
E con questo è tutto, per ora.
Tschus!!!
giovedì 2 agosto 2007
Brema: si comincia!!!
Allora, come state??? Vi mancavo, vero? Eccomi qui a Brema! Come mai scrivo solo ora? Ve lo spiego nel capitolo “La casa”, qui sotto…
Allora, da dove cominciare… andiamo pure in ordine cronologico…
Il viaggio
Sveglia sabato mattina, ore 5.00 (avete capito bene), treno alle 6.15 da Porta Susa e arrivo alle 9.45 a Verona in compagnia di Alessandro F. Dalla stazione navetta che ci porta in aeroporto e lunga attesa per il volo Ryanair che ci avrebbe portato a Brema. Queste 2 settimane di “vacanza” sono davvero volate via…
Lì, come previsto, becchiamo anche Stewart e le prime sorprese arrivano al check-in, dove scopro che la bilancia di casa mia mi ha fregato e risulto 2 kg oltre il limite… Cioè, non io, la mia valigia…Ovviamente sono estremamente tassativi sulla cosa e quindi mi tocca pagare 16 euro di extra… al ritorno dovrò riuscire ad organizzarmi meglio!
Comunque, con l’aereo che parte con mezz’ora di ritardo, arriviamo a Brema. Ci dirigiamo subito all’ufficio turistico per capirci qualcosa riguardo i mezzi pubblici e già lì ci arriva la prima mazzata, il biglietto singolo costa 2,10 euro! E così andremo avanti fino a oggi, in cui ci faremo l’abbonamento mensile, che per fortuna ne costerà solo 30… Comunque dopo una mezzoretta arriviamo a casa nostra, che è situata nel quartiere Gröpelingen, abbastanza periferico… Scopriremo più tardi che lo stesso quartiere viene chiamato dai locali “Turkey 2”, ma diciamo che della cosa ce ne accorgiamo appena scesi dal tram, anche perché di persone dai lineamenti tedeschi non ce n’è neanche l’ombra…
La casa
Detta in questi termini, la zona potrebbe sembrare poco raccomandabile… in realtà non è assolutamente così, qui l’integrazione funziona davvero. Nonostante siamo in un quartiere dove l’immigrazione è predominante (abbiamo anche una moschea dietro casa), la zona è davvero tranquillissima, ci sono tante belle casette, la gente ha volti distesi e devo dire che finora ci troviamo abbastanza bene qui. In più i negozi Turchi qui sono famosi per avere frutta e verdura di ottima qualità a prezzi bassi.
Abbiamo 3 appartamenti nella stessa casa, uno per piano, gli appartamenti sono per 3 persone e io sono con Sandro e Cosimo. La sorpresa, appena entrati, è stata scoprire che le 3 stanze sono comunque doppie, quindi tutte equipaggiate con 2 letti e abbastanza grandi. Quindi, la possibilità di ospitare c’è, e se qualcuno volesse venirmi a trovare, si faccia sentire!!! La casa in ogni caso è giusta per 3, la cucina è piccola, il bagno e uno solo (diviso in 2, cesso in una stanza e doccia nell’altra). L’impiccio più grosso (oltre alla mancanza della lavatrice) è la mancanza di una connessione internet, quindi l’unica possibilità che ho per connettermi è di giorno all’università, oppure andare in un internet cafè… ecco anche perché solo oggi riesco ad aggiornare il blog. Inoltre la cosa ha inevitabili ripercussioni sui costi delle telefonate verso l’Italia….
La città: prime impressioni
Premettendo di non averla ancora potuta girare per bene, appena arrivato ho trovato qualche somiglianza con Amsterdam, le casette, le corsie a raso per i tram, un sacco di gente in bici che potrebbe benissimo investirti se cammini sulle corsie a loro riservate… Poi però pian piano le differenze saltano all’occhio. Diciamo che siamo comunque in una tipica città nord-europea, tram efficienti e puntuali (ci sono anche parecchie linee notturne che vanno avanti tutta la notte), tutto è ben curato, giardini, parchi, aiuole, etc…
Ma passiamo alla vita notturna… qui si trovano sicuramente molti più “dark” e/o “punk” che da noi, ma comunque tutta gente tranquilla, che sicuramente da noi farebbe tutto un altro effetto. Siamo andati a ballare due volte, e finora nessun tipo di selezione all’ingresso, storie strane di liste o rotture di scatole come succede da noi perché ti presenti senza ragazze nel locale… anche perché noi essendo tutti ragazzi avremmo non pochi problemi… Sicuramente il mio è un giudizio parziale, avendo visto solo 3 posti, ma mi è piaciuto uscire, ho avuto molto di più l’impressione che in questi posti la gente vada davvero per ballare, e non come da noi che si va solo per fare i fighi e fare vedere che si conosce il p.r. e quindi si può entrare senza coda… Qui si vedono locali in cui chi vuole entrare entra senza problemi, paga quello che deve pagare e si mette semplicemente a ballare. Spero di non essere subito smentito nelle prossime uscite… Prezzi? Difficile confrontarli con i nostri, sicuramente la birra costa molto meno (1 euro nei baretti fuori, fino a 2 nei locali), i super alcoolici costano circa la metà rispetto a noi, ma le quantità sono molto minori e con tanto ghiaccio, quindi praticamente non hanno effetto.
Non so se la cosa sia meglio o peggio, ma di gente sbronza ne ho vista davvero poca, e se fino ad ora neanche Stewart si è ubriacato, direi che la cosa sembra funzionare! Io ad esempio ho preso un whisky-coca che mi è costato solo 2,50, ma non mi ha fatto nessun effetto. Magari si potrebbe provare a fare anche da noi, non so che risultati si avrebbero...
Il Werder Brema
Chiudo questa prima puntata da Brema, parlando ovviamente del Werder! Più che altro, come testimoniano un paio di foto, vi racconto che domenica io, C. e la sua coinquilina siamo andati alla giornata del Werder.
In cosa consiste? In pratica è una giornata che viene organizzata ogni anno, in cui al mattino c’è un allenamento aperto al pubblico e poi per tutta la giornata i giocatori sono a disposizione per foto/autografi, etc… Il tutto è organizzato intorno allo stadio, con un sacco di stand che danno cibo, regalano gadget e vendono materiale del merchandising.
Noi ovviamente ci siam saltati l’allenamento perché era alle 9.30 di mattino ed era impensabile, abbiamo anche lasciato perdere autografi e foto con giocatori non solo perché non lo ritenessimo di vitale importanza, ma soprattutto perché si doveva fare una coda chilometrica… (ordinatissima, incredibile per noi Italiani!!!). Abbiamo però girato per gli stand, recuperando qualche gadget qua e là.
Devo dire che è davvero una cosa bellissima! Ma quando cavolo si sveglieranno le nostre società facendo qualcosa di simile? C’era una marea di gente, tutti con materiale della squadra di ogni tipo, non solo i classici cappelli e sciarpe, ma anche borse di diversi modelli, scarpe da passeggio, maglie… E poi tutti tranquilli e sereni, intenti a passare una piacevole giornata e basta, una marea di bambini, famiglie… Un altro mondo, davvero, sarebbe proprio ora che ci svegliassimo anche dalle nostre parti…
Beh, con queste riflessioni, in cui ci starebbe bene un odiatissimo “meditate, gente, meditate…”, che io trovo terribile, posso anche salutarvi. Vi mando un saluto da questa fredda Germania, mentre voi bastardi/e vi godrete il sole e il caldo del Bel Paese… (il formaggino, ovviamente!).
Un abbraccio!!!
giovedì 12 luglio 2007
Rivedo la luce!
Sì, sono ancora vivo, anche se qualcuno mi avrà dato per disperso...
Il fatto è che queste ultime 2 settimane sono state davvero devastanti! E per devastanti intendo dormire non più di 4-5 ore a notte, tutto per la presentazione che abbiamo fatto stamattina.
E' stata una faticaccia, ma almeno ne è valsa la pena, è andata davvero bene, contenti gli interessati, contenti noi di aver fatto bella figura ma soprattutto contenti per noi stessi...
E domani si torna a casa! Ripartirò poi il 28 alla volta di Brema...
Ora però capirete bene che l'idea di stare davanti al computer a scrivere mi mette un po' di nausea perché ho rischiato l'esaurimento...
Mi sono quindi limitato ad inserire un po' di foto nella slideshow qui a destra e in questo post vi mostro un po' di foto delle precedenti uscite. Sotto vi metto anche qualche riga per descrivere sinteticamente i posti:
Cité de l'Espace
Ci siamo andati domenica scorsa, tarda mattinata e primo pomeriggio. E' stato l'unico momento di relax che ci siamo concessi...
Si tratta di una specie di open-area (tipo la nostra experimenta) dedicata allo spazio, dai lanciatori, ai satelliti, agli umani nello spazio, etc... Che dire, per fortuna era gratis (se non sbaglio per festeggiare i 10 anni di apertura), ed essendo entrato ormai come interessi nella sfera spaziale, sicuramente delle cose interessanti c'erano. Per rendere il tutto molto interattivo, diventa però una sorta di parco giochi, quindi avessi dovuto pagare l'ingresso (non si è capito se 15 o 19 euro)
mi sarebbero un po' girate...
Comunque fatto sta che ci siamo divertiti e soprattutto ci siamo presi una mezza giornata di relax...anche se lì era pieno di bambini, quindi relax si fa per dire....
Albi
Ad Albi siamo andati il terzo weekend passato qui a Tolosa, più precisamente sabato 10 giugno, oltre a me c'erano Amir, Sandro, Salvo e Stewart.
Albi, città da cui derivavano gli Albigesi, detti successivamente Catari (v. post sui Catari) è molto carina, con le caratteristiche case rosa (come Tolosa e Montauban), costruita a cavallo del fiume Tarn.
Ci sono infatti diversi ponti che la collegano, uno dei quali davvero imponente. C'è anche una cattedrale gotica molto bella (non ricordo bene come si chiami). Ma soprattutto c'è una fontana a scomparsa che ci siamo divertiti ad attraversare. Esiste anche un video (chissà se ve lo mostrerò) in cui mentre Amir riprendeva abbiamo deciso di attraversarla tutti e 4 contemporaneamente, partendo dai 4 angoli.... Ovviamente ne siamo usciti fradici, ma più che altro sapete bene che se si percorrono le diagonali di un quadrato, esse si incontrano inevitabilmente al centro....ecco, più che incontrarsi, in quel caso si sono "scontrate", io miracolosamente sono passato indenne, gli altri 3 invece han fatto un gran bel botto, che addirittura si "sente" nel video, nonostante sia stato fatto da una decina di metri di distanza...
Andorra
Su Andorra spenderò ancora meno parole, ci siamo andati io Sandro e C. il primo sabato qui a Tolosa, cioè il 26 Maggio.
Dicevo che spenderò poche parole, perché durante il tragitto si ammirano paesaggi bellissimi, visto che è nel cuore dei Pirenei.
La città, invece, è solo un ammasso incredibile di case in fondo alla valle e l'unica attrattiva del posto sono i centri commerciali.
Sì, perché Andorra è porto franco, e tutto ciò significa niente tasse.
E' valsa la pena fare acquisti? per me sicuramente sì, ho comprato la macchina fotografica a 60-70 euro in meno rispetto a quanto l'avrei pagata altrove...però c'è da dire che già mi serviva.
Vale la pena andarci apposta? questa è già una domanda più difficile, quello che costa davvero poco lì sono le sigarette, l'alcool e i cd. Basta. Il resto sì costa un po' meno, perché non ci i paga l'iva, ma comunque è un posto dove la vita costa molto.
Diciamo che in media, non parlando di alcool, tabacco e cd, si risparmia sul 10-15%, non di più... Sulle cose sopra citate, invece, si risparmia davvero parecchio, io ho comprato 2 torri, 100 cd verbatim e 100 dvd verbatim, totale 47 euro...
domenica 1 luglio 2007
Weekend a Lione!
Bon jour a tout le monde!
Questa sera vi scrivo per raccontarvi com’è andato questo weekend, in cui sono andato a Lione con Barbara. Preparatevi e mettetevi comodi, o magari leggete un po’ per volta perché la lettura sarà lunga…
Innanzitutto vi racconto che queste prime righe le sto scrivendo sul treno dell’andata, TGV diretto Tolosa-Lione. Perché ho il portatile dietro? No, non sono diventato un nerd all’improvviso, è che ahimè nel viaggio di andata e in quello di ritorno mi tocca lavorare, visto che lunedì abbiamo una consegna… Però mi prendo qualche attimo di pausa per descrivere quasi in “real time” quello che mi capita.
Inizierei con i casini fatti per avere i biglietti, oltre alla difficoltà per trovarli perché quasi esauriti (sì, qua bisogna obbligatoriamente prenotare praticamente su tutti i treni, niente viaggi della speranza in piedi…), il bel casino è stato ovviamente con la carta di credito… Non abbastanza memore delle avventure col benzinaio (per chi non ricordasse, cliccare qui), compro i biglietti su internet, dove ovviamente non accettano la mia poste-pay. Mi faccio prestare allora la carta di Amir, che eroicamente si è anche offerto di accompagnarmi stamattina in stazione, GRAZIE ANCORA!!!!!
Tutto bene fino a stamattina, ritiro dei biglietti previsto: alle macchinette self-service fighissime, touch-screen, etc., inserisci il codice di prenotazione e in un attimo, senza coda ti stampa il biglietto. Ritiro dei biglietti avvenuto: dopo la coda alle biglietterie, visto che il self-service ovviamente non leggeva la carta di Amir! Ritiro avvenuto alle ore 7:43, partenza treno ore 7:50….
Viaggio andata: TGV
Oltre ai 15 minuti di ritardo in partenza (ahi ahi… quest’alta velocità….), in tutte le carrozze si entra tranquillamente, proprio nella mia invece coda lunghissima e lenta… cerco di capirne il motivo, ma lo realizzo solo al mio ingresso nel treno, e cioè gruppo di una decina di bambine e un paio di bambini, credo sia qualcosa tipo colonia/viaggio dell’oratorio o simili… Intasamento dovuto a mamme e papà palesemente ingombranti e oppressivi, in pieno stile napoletano, bellissima la scena in cui io mi siedo al mio posto, quardo fuori dal finestrino e mi viene un colpo perché ci sono tutti questi genitori accalcati e appiccicati ai finestrini per guardare dentro e salutare le figlie… Le bimbe sono stranamente tranquillissime, c’è parecchio silenzio, sarà grazie all’aria condizionata che qui è a palla e ci sta ibernando tutti… Sono stato addirittura costretto a mettere una maglia che non si abbina con la maglietta che ho sotto!!! Comunque questo TGV tarella parecchio! ( “tarellare”: v. intr. reg., dicesi tarellare l’atto di muoversi a velocità molto elevate rispetto a quelle cui si è abituati).
Aggiornamento quasi alla fine del viaggio: le bambine non sono state poi così tranquille, hanno avuto il loro risveglio… per fortuna ho le cuffie…Anche se un paio di calci e di manate mi sono arrivati lo stesso… Altra cosa, qualcuno che si è ritrovato in piedi c’è, non ne ho capito bene il motivo, forse non han fatto il biglietto e l’han fatto a bordo, boh… Infine, bella la velocità elevatissima con tutto il (solito) panorama che ti sfreccia accanto, c’è però il problema, quando si entra e si esce dalla gallerie, della differenza di pressione che si crea: le orecchie si tappano e fanno un male cane! E non solo a me, a giudicare dalla facce degli altri viaggiatori… Oraio di arrivo previsto: 11.49, vedremo se ha recuperato o no, non so gli orari delle tappe intermedie, ora che ci penso non so neanche quale sia la fermata prima della mia, cavolo quanto sono organizzato! Quindi, oltre a vedere se arriverà in orario, ci sarà anche da vedere se scenderò alla stazione giusta…
Lione, sabato
Ancora una volta scrivo queste righe sul treno, questa volta quello di ritorno, sono appena ripartito da Lione, cambierò a Montpellier (dove il treno non sarà più TGV) e dovrei essere a Tolosa per le 19 circa… il condizionale però è d’obbligo, visto che ho ben 10 minuti per cambiare…
Il treno dell’andata ha infine fatto qualche minuto di ritardo, sono sceso alla stazione giusta e, cosa che dà ancora più soddisfazione, sono riuscito a scoprire il binario del treno di Barbara e a trovarla una volta scesa dal treno! E senza l’ausilio di telefoni cellulari!
Ma come sono stati questi 2 giorni, anzi, queste 26 ore a Lione? Inizio ovviamente dalla stazione, davvero incasinatissima, bisogna passare i primi 5 minuti di totale disorientamento, poi si riesce a capire abbastanza bene come funzionano le cose… Trovata Barbara, siamo andati nel nostro albergo, un 3 stelle trovato su internet a metà prezzo; l’albergo era veramente notevole, e anche vicino al centro e a una fermata della metropolitana, peccato che la zona non fosse così fantastica… che dire, prendendo ad esempio Torino, anche Porta Palazzo e S.Salvario sono vicine al centro e molto collegate… Andando verso l’albergo, infatti, siamo proprio capitati in mezzo a una roba che sembrava tanto il Balon. Non voglio sembrare paranoico, ma passando da lì qualche timore dovuto alla mia bella e inequivocabile borsa da portatile che avevo a tracolla m’è venuto…
Prima visita, la Citè Internationale, una zona di Lione interamente progettata dal nostro Renzo Piano. Un posto veramente fantastico, con svariati centri congressi e alberghi (ovviamente anche un Hilton) ma anche dei palazzi sia di uffici sia di abitazioni, tutti veramente belli! Non deve esser niente male vivere lì!
Lione ha una collocazione strana, è alla confluenza di due fiumi (il Saone e il Rodano), quindi ha una parte a ovest e una ad est dei due fiumi, in mezzo c’è una penisola, che però viene detta isola, che si conclude dove si incontrano i due fiumi. Dopo la zona di Renzo (oramai è mio amico), abbiamo fatto un giro sull’isola centrale e nella parte storica della città, che è ad ovest dell’isola, al di là del Saone, ed è collegata da vari ponti, di cui uno pedonale (la Passerelle du Palais de Justice)… ecco, questo ponte può dare qualche problemino alle persone un po’ sensibili, perché oscilla davvero parecchio, soprattutto al centro, infatti Barbara non era per niente tranquilla, memore del celebre ponte di Foster a Londra…
Il centro di Lione è un sacco vivo! Soprattutto la zona storica, quella al di là del fiume, ci sono tantissimi ristoranti molto carini e invitanti con dehors nelle viette, in più piccoli pub, etc. tutto con un sacco di gente in giro. Passeggiare per quelle vie è molto piacevole, ve lo consiglio! Come oramai sto vedendo in tutto il sud della Francia, e come Amir mi ha insegnato essere tipico anche dei paesi islamici, le attività commerciali qui sono spesso raggruppate insieme in vie o in quartieri. Soprattutto i posti in cui si mangia o in cui ci sono divertimenti, trovi vie piene solo ed esclusivamente di ristoranti, poi una via con tante discoteche una accanto all’altra, altre vie piene di “kebabbari”… La scelta del ristorante è stata molto difficile, perché ce n’erano diversi molto curiosi e che ci sarebbero piaciuti, abbiamo poi optato per un “ristorante agricolo”, o qualcosa di simile, comunque abbiamo mangiato molto bene.
Prezzi della zona? Difficile stare sotto i 20 euro per una cena decente, si sta tranquillamente sotto i 30 uscendo a pancia piena e stando su piatti di prezzo medio. Credo di poter dire che è un ottimo rapporto qualità-prezzo!
Il fine serata è stato speso in un pub gestito da un texano e con cui ho discusso (in maniera allegra e simpatica, non cattiva) perché secondo lui “doppio malto” non significa nulla e che siamo solo noi Italiani a chiedere le birre doppio malto, nessun altro… Gli ho indicato allora una “Chimay”, birra belga, che vendeva in bottiglia dicendogli: “Quella è una doppio malto” e facendo una bella faccia da schiaffi, convinto della mia affermazione, ma effettivamente abbiam letto l’etichetta insieme e non c’era scritto niente di simile… Insomma, verificherò questa teoria documentandomi e vi farò sapere se avrò scoperto una cosa che mi stupirebbe parecchio! In particolare chiederò lumi al nostro compagno tedesco…
Lione, domenica
In mattinata, dopo la colazione a buffet dell’albergo, ci siamo diretti ancora verso la zona ovest, questa volta per prendere la teleferica che ci ha portati in cima alla collina, dominata dalla Basilica Notre-Dame de Fourviere. Davvero bella e imponente, nonostante abbia poco più di cento anni. La vista dalla terrazza panoramica sarebbe bella perché si vede davvero tutta la città da lì, però tutto sommato non c’è poi molto da vedere oltre a tantissime case (sapevate che Lione è la seconda città della Francia come dimensione?). Dopo la visita alla cattedrale (con qualche minuto di messa in francese compreso), abbiamo anche visto un teatro Romano, che dovrebbe essere, fuori dall’Italia, il più grande rimasto. Per noi Italiani viziati (parlando dei resti romani), nulla di particolarmente sconvolgente…
Dopo la discesa dalla collina, pranzetto semplice in una boulangerie nella stessa zona di sabato sera, poi passaggio in albergo a riprendere le borse e trasferimento in stazione, questa volta con i mezzi e non a piedi, per evitare di ripassare in certe zone…Anche se alla fermata del tram c’erano dei bellissimi soggetti, alcuni dei quali dormivano sulle panchine con parecchie bottiglie intorno… Tutto è andato tranquillamente, in ogni caso, siamo arrivati in stazione e dopo un po’ sono salito sul TGV che mi riportava a Montpellier e quindi ho dovuto salutare Barbara, che partiva mezzoretta dopo..
Viaggio ritorno: TGV e non
Tutto ok il viaggio di ritorno, non fosse che stavolta ero vicino al finestrino e che la signora col posto a fianco al mio, che doveva per forza alzarsi per farmi sedere, fosse con le stampelle e ginocchiera rigida…non è stata molto comoda la cosa, oltre al fatto che quasi mi stavo sentendo in colpa…
Il cambio a Montpellier è stato molto più divertente! Arrivato sul binario, ho scoperto come mai i francesi riuscissero a piazzarsi sul binario proprio in corrispondenza della carrozza su cui dovevano salire, mentre io dovevo ogni volta farmi chilometri per beccare la mia… Facile, c’è una specie di display con su scritto “Composition des trains” (credo…) con lo schemino del treno, le carrozze numerate e le lettere di riferimento del binario, così puoi già sapere dove arriverà! Così mi sono piazzato sotto la lettera “T”, visto che la mia carrozza (la 13) sarebbe arrivata lì e pensando: “Azz, sono proprio avanti ‘sti francesi…”. Arriva il treno, la carrozza che si ferma davanti alla T è la numero 2… Mi faccio quindi tutto il binario per andare in fondo al treno (stavolta anche tutti i francesi), arrivo fino alla fine del binario pensando “Ma ‘sti cazzo di francesi, fanno i fighi con ‘sta roba e poi funziona a cappella”, ma l’ultima carrozza raggiungibile è la numero 7, il treno continua ma non c’è marciapiede… in pratica si era fermato molto prima. A quel punto è arrivata la polizia ferroviaria, ha fermato tutte le persone che scendevano/salivano, ha chiuso le porte, quindi il treno ha iniziato a muoversi… Con il dubbio di non aver capito bene e che in realtà il treno fosse semplicemente ripartito, ho seguito speranzoso la mia carrozza numero 13 dopo che mi era passata davanti fino a quando il treno ha smesso di avanzare e si sono aperte le porte… Indovinate dov’ero? Sotto la T!
Il viaggio è quasi concluso, sono quasi a Tolosa, ma ho un paio cose strane da segnalare: il fatto che per tutto il viaggio ho tenuto il pc sulle gambe (sul TGV avevo il tavolino) e che lo abbia usato anche da scaldotto per la pancia data la solita aria condizionata, ma soprattutto un fantastico bibitaro! Non so bene cosa gli stesse capitando, ma ha passato mezzora in uno scomparto accanto al mio che credo sia dedicato al rifornimento tirando giù dei cristoni incredibili, ad ogni curva, frenata o accelerata…credo di aver sentito qualche bestemmia francese, ma vista la mia conoscenza della lingua non ne sono sicuro… E’ vero che anche questo treno è veloce e sballotta un po’ in queste manovre, ma credevo che gli addetti ai lavori ci fossero abituati… mah… Ci sono quasi, spero di trovare Amir o chi per lui che dovrebbe essere venuto a raccattarmi…
Ultimo passo, ovviamente, la pubblicazione di questo post... Mentre sono qui in stanza a lavorare per una consegna che abbiamo domani... Buona notte a voi che potete andare a nanna....
giovedì 28 giugno 2007
Barbecue e Italia-Brasile
Qui le giornate passano lavorando parecchio, oggi però c'è stata la piacevole novità del barbecue a pranzo!
Barbecue = Barba e culo
Eh, già, come ci ha spiegato Vincent, il ragazzo francese del nostro gruppo, la parola francese "Barbecue" deriva dall'antico modo di fare la carne sul fuoco. Pare infatti che si mangiasse in tal modo la carne di capra, in quei casi il malcapitato ovino veniva infilzato dallo spiedo, passando dalla bocca (barba) e uscendo dal... "cue".
Quindi, Barbecue letto come Barb-e-cue significa "Barba-e-culo".
Dicevo del barbecue, qui con oggi si è definitivamente concluso l'anno scolastico, quindi a pranzo mensa chiusa e barbecue all'aperto gentilmente offerto da Supaero. Sicuramente non una cosa eccezionale, non si è mangiato nè chissa quanto, nè chissà quanto bene, però in ogni caso un pranzo piacevole, allietato anche da una giornata FINALMENTE stabile, con un bel sole. Il tempo, infatti, finora è sempre stato estremamente variabile, con caldo torrido capace di tramutarsi in pioggia e freddo nell'arco di un quarto d'ora, per poi magare tornare un'altra mezz'ora dopo, e così via...
Ho anche delle foto, anzi, le ha fatte Stewart, ma non ho ancora avuto il tempo di farmele passare... ne aggiungerò qualcuna alla slideshow appena possibile...
Italia-Brasile
Già che ci sono, vi racconto anche del match contro i brasiliani giocato ieri a calcio a 5 in palestra... Anzi, inizio dal primo Italia-Brasile, quello giocato venerdì scorso e di cui vi avevo accennato.
Beh, la volta scorsa è stato un successo su tutta la linea, prima partitella noi italiani contro i brasiliani (con l'aggiunta di un francese), stravinta 6-2!
Si sono poi aggiunti a loro due franco-algerini, giocatori della squadra di calcio a 5 di Supaero, molto bravi e soprattutto allenati e freschi come rose...
Risultato? 5-2 per noi!!!
Gran giornata, quindi, con Salvo realizzatore di 4 gol, io ne ho fatti 3 (e 3 pali), 1 Stewart, 1 C. e 1 Ale (con anche un palo da 15 m che vibra ancora...).
Ma torniamo all'amara verità della rivincita che abbiamo giocato ieri sera. Differenze rispetto alla prima gara: noi senza Salvo e C. (leggermente infortunati), loro con un nostro prestito "Italiano", Alberto, un ragazzo italiano che abbiam conosciuto qui e che avrebbe dovuto giocare con noi, passato da loro per inferiorità numerica.
Uno di loro (Julien) giocava a piedi nudi e finalmente si sono sentiti quelle belle urla tipo "Joga, joga!" oppure "Saliu!", insomma, finalmente si giocava contro dei Brasiliani con la B maiuscola!
Inizio incoraggiante con un perentorio 5-1 per noi! Poi però ci siamo mangiati un sacco di gol fatti (io per primo...), ne abbiamo regalati un sacco a loro... e ci siamo ritrovati sul 6-6!
Ultimi minuti concitati, con noi che andiamo sul 7-6, poi subiamo il pareggio... e a un minuto dalla fine ecco un'altra nostra leggerezza difensiva e subiamo l'8-7 per loro, proprio ad opera di Alberto... Come Italia-Francia del 2000!
Insomma, una sconfitta per certi versi immeritata e che brucia per tutte le occasioni buttate via e per quelle regalate ai brasiliani.... Loro però han giocato bene e non han rubato nulla.
Score italiano: Stewart (3), io (2), Ale (1), Sandro (1), con Amir superlativo in porta.
Ci vorrebbe ora la bella, sarà difficile organizzarla perché loro ripartiranno lunedì...
Campus vuoto
Per la cronaca, il campus già si stava progressivamente svuotando, da lunedì praticamente non ci sarà più nessuno oltre noi... Almeno torneranno gli americani, che son gli unici a fare più casino di noi quando parlano...pure troppo ogni tanto...
Ciao a tutti!
lunedì 25 giugno 2007
A Peso Morto su un Gomito
Oggi giornata molto impegnativa a livello "istituzionale", visto che in mattinata abbiamo avuto il meeting con l'azienda che segue il mio gruppo e nel pomeriggio abbiamo avuto la review con i tutor...
Per scaricare le tensioni, ovviamente, a fine giornata ci siamo dati alla solita partitella di calcio, questa volta 3 vs 3 in palestra, giocando di traverso e con le porticine.
Prima partita Io, Salvo (zoppo) e C. contro Ale, Stewart e Daniele vinta per 10-8; poi, causa defezione di Daniele, partita 2 vs 2 + Salvo "jolly" (noi lo chiamavamo Mignotta) che a ogni gol fatto passava all'altra squadra. Questa partita ahimé l'abbiamo persa, non so bene se 10-6 o 10-7, comunque molto combattuta anche questa, quello che ha spezzato le gambe è stato il mio bellissimo autogol, ma anche una Mignotta criticabile a livello di imparzialità (contro di noi 5 gol fatti, insieme a noi zero)...
Visto che non ho molto altro da raccontarvi, e vista soprattutto la tanta curiosità generata nei vostri animi, passerò a raccontare in maniera romanzata la mia caduta di venerdì...
Come diverse altre volte era già accaduto, a fine giornata ci recammo al campetto di basket per un calcetto a porte piccole (nello slideshow a destra si vedono un paio di foto dello sport in questione...). Giunti in prossimità della adiacente palestra, ci sovvenne l'idea di gonfiare il pallone con il compressore ivi
situato. Data la poca voglia di recarsi al non troppo lontano Post de Garde per farsi consegnar le chiavi, il Genio si intrufolò all'interno tramite finestra.
Sebbene tal pratica possa apparir bizzarra al lettore, tale non è da considerarsi. Anzi, trattasi esser pratica assai comune quella di usufruir della palestra senza andare a prendere le chiavi (nonostante se ne abbia tutto il diritto). Ma non vi tedio oltre con queste siffatte ciufole perché non fu codesto il modo in cui il Genio cadde rovinosamente.
Riempita d'aere la sfera di gomma e pseudo-cuoio utilizzata per il giuoco del calcio, il Genio, notata una porta secondaria lasciata inavvertitamente aperta, decise di tornare al campo da gioco percorrendo un cammino lievemente più lungo ma che appariva meno impervio, evitando ulteriori scavalcamenti. Tale tesi, però, in pochi istanti si rilevò azzardata e pericolosamente errata.
Giunto a circa metà dell'alternativo percorso e in vista del campo da gioco occupato dai compagni in fremente attesa della sfera, il Genio decise di alleviar le loro pene deliziandoli con uno dei suoi deliziosi e sinfonici lanci, recapitando loro sfera in un minor tempo. "Ahi quanto a dir qual era è cosa dura" non accorgersi dell'instabile suolo su cui i suoi piedi e la sfera in quell'istante si posavano....
Nello stesso attimo in cui il piede libero di calciare sfiorò il pallone, il suo simmetrico arto, che in tal momento sosteneva l'intero peso corporeo, decidette di inseguire il pallone e partire insieme ad esso nel viaggio verso il campo da gioco, lasciandosi cullare dal dolce massaggio che i piccoli sassi concedevano alla suola della sua scarpa e dimenticandosi di uno strano effetto fisico che taluni chiamano "attrito"...
La caduta quindi avvenne non come l'inflazionata e banale "scivolata su buccia di banana", con piede d'appoggio che decolla verso l'alto, seguito da tonfo... La caduta fu molto più diretta, direttamente verso terra, senza sollevare minimamente il corpo verso l'alto, ma spingendolo solo con forza verso il basso... L'impatto fu sì fulmineo che le mani neppure trovarono tempo e modo di frapporsi al violento e repentino contatto con il suolo. Rimase solo il sordo rumore dell'impatto e l'odore di gomma bruciata...
Sintesi: calciando il pallone mentre ero sulla ghiaietta, il piede d'appoggio m'è partito via e sono caduto su gomito e chiappa sx senza neanche avere il tempo di metter giù le mani. Un male! Non riuscivo neanche ad urlare talmente mi mancava il fiato!!! Giuro che dopo c'era puzza di gomma bruciata, la suola della scarpa!!! Non esagero!
La caduta è stata talmente verticale che adesso ho un "buco" vero e proprio sul gomito lasciato da un sassolino, solo ora sta finendo di cicatrizzare... Oltre a diversi graffi parecchio profondi.
(Se vedete bene le foto della "ricerca del Graal" vedete un gran bel cerotto sul gomito...)
Comunque, sto benone, a parte un gomito molto poco estetico...
Un saluto, gente!!!
domenica 24 giugno 2007
In viaggio sulle orme dei Catari
Chi erano i Catari (detti anche Albigesi)? Non sto a darvi troppe spiegazioni, wikipedia offre un'ottima sintesi, la cosa più interessante è che si narra che i Catari, definiti eretici dalla Chiesa e dalla Francia (invidiosi del loro potere che si stava espandendo) fossero in possesso del Tesoro dei Templari e che possedessero anche il Santo Graal!
Rennes-Le-Chateau
Ovviamente l'itinerario non poteva che iniziare da una delle chiese più famose e misteriose, che grazie anche al libro "Il Codice Da Vinci" ha accresciuto la sua fama.
Partiti in mattinata da Tolosa, facciamo una sosta in quel di Couiza per rifornirci di viveri a un Despar (il nostro itinerario prevedeva pranzo al sacco, risultato baguette, companatico e per me e il Principe un dolcino "fico e noci" dall'aria buona ma devastante) e per recuperare cerotti e Compeed in farmacia, visto che il genio che sta scrivendo queste righe venerdì ha pensato bene di distruggersi un gomito cadendo a peso morto sulla ghiaia.
Senza divagare troppo, torniamo al nostro viaggio mistico in cui raggiungiamo la famosa chiesa.
Arrivati nel paesino, la prima cosa che vediamo è la bizzarra (e per niente Catara) Torre Magdala, bella e con una vista di tutta la vallata davvero suggestiva, fatta costruire nel XIX sec. dal misterioso Cardinale Sauniere, lo stesso che restaurò la famosa chiesa. Evitato l'interno della torre, ci dirigiamo
appunto alla chiesa di Rennes-Le-Chateau, che ovviamente non poteva che esser dedicata a Maria Maddalena...
L'impatto con la chiesa è difficile da descrivere, è una chiesa piccola e nascosta in mezzo alle case, ma appena ce la si trova davanti sembra di essere in un set cinematografico.
Dicevamo dei lavori di restauro fatti da Sauniere, beh c'è davvero da chiedersi come in un paesino tanto piccolo e sperduto il prete abbia trovato i soldi necessari a far diventare così ricca una chiesetta. Spero che dalle mie foto si riesca a rendere l'idea.
Sicuramente ancora più suggestivo è il giardino annesso alla chiesa, con l'ingresso un po' inquietante al cimitero (con tanto di teschio piratesco) ma soprattutto con la croce al centro e il suo basamento ai cui piedi ci sono diverse "coppe" e dove c'è la tanto famosa scritta "Christus A.O.M.P.S. defendit" che ancora oggi non è stata chiaramente decifrata.
Io in realtà l'ho fatto, non posso ovviamente scrivere qui il significato, ma le foto testimoniano come io abbia trovato il Santo Graal e come esso ora sia in mio possesso...
Il Castello di Termes
Conclusa la visita alla chiesa, ci dirigiamo in direzione Termes facendo una breve sosta ad Arques per vedere solo da fuori il castello (niente di che). Arriviamo quindi a Termes e dopo una salita a piedi di una ventina di minuti (sotto un sole abbastanza massacrante) raggiungiamo il castello, o meglio raggiungiamo quello che ne rimane.
Termes fu una delle più strenue roccaforti catare e cedette all'assedio francese solo a causa della dissenteria provocata dal cattivo mantenimento delle cisterne d'acqua, sì avete capito bene. Il castello fu distrutto nel XVII secolo perché divenuto covo di briganti. Le rovine sono comunque molto interessanti, la cosa più bella e intrigante rimasta in piedi è la finestra con apertura a forma di croce di quella che fu la chiesa. Sicuramente la cosa aggiunge un leggero alone di mistero e anche di misticismo al luogo.
Il Castello di Peyrepertuse
Ultimo castello del nostro itinerario è quello che noi abbiamo per semplicità rinominato quello di Pimperepettennusa (non molto diverso dal nome francese).
Passati attraverso villaggi in cui probabilmente alla nostra vista gli autoctoni avran detto: "Guardate, è arrivato un altro cavallo di ferro! E' già il terzo quest'anno!", arriviamo al parcheggio posto sotto l'imponente muraglia del castello, dove ci aspetta una mezzoretta di salita a piedi tra qualche frasca e su gradini di pietra che ti ingannano con la loro poca rugosità ma che si rilevano trappole scivolose quando meno te lo aspetti.
Contornata da lunghissime mura costruite in una conformazione a punta che termina sul ciglio della montagna, i resti della fortezza sono davvero belli, sembra di fare un salto indietro di 800 anni immaginando Ser Guillame (l'ultimo ad abbandonarla) che dalla cima della fortezza può tenere d'occhio entrambe le valli, quella a Nord e quella a Sud. Si vede anche il vicino castello di Queribus, che non abbiam fatto in tempo ad andare a visitare, e stando anche a quanto dice la guida dovrebbe vedersi anche il mare, ma il cielo era un po' nuvoloso e la vista non era abbastanza nitida. Peccato!
Come spero possano dimostrare alcune foto, la vista è davvero mozzafiato, a strapiombo sulle rocce della montagna; peccato solo per il panorama che, in generale in questa zona della Francia, non offre nulla di speciale, anzi è molto monotono. Quando fai dei viaggi, nonostante le centinaia di chilometri che puoi percorrere, il paesaggio attorno è sempre lo stesso!
Far Benzina in Francia
Finita la visita (ore 20), l'episodio più "divertente" della giornata.
Nel caso vi trovaste in Francia in macchina, eccovi una breve lezione: FATE BENZINA DI GIORNO!
I self-service qui accettano SOLO carte di credito, e fin qui potrebbe anche andar bene, peccato che MasterCard e Visa le accettino solo se con microchip. Con la banda magnetica accettano solo American Express (o almeno così pare, nessuno di noi ce l'ha e non ne siamo sicuri...). La cosa è assurda, anche perché ovunque si paga senza problemi anche con la Visa Electron (anche la postepay), anche dagli stessi benzinai! Solo i distributori automatici non le acettano.
Ci ritroviamo così in riserva in mezzo a strade in cui passa una macchina ogni 5 minuti e nessuna di quelle si ferma a far benzina... Dopo qualche tentativo sbracciando a bordo strada riusciamo a fermare un paio di macchine, la seconda è guidata da un tizio che si offre di aiutarci, paga lui per noi e noi gli diamo i soldi in contanti...
Perpignan (con festa di Saint Jean)
(per le foto, ringrazio Amir)
Dopo aver perso più di un'ora in quest'avventura, ci dirigiamo verso la vicina Perpignan, città molto vicina al Mediterraneo e molto vicina alla Spagna. L'impressione principale appena arrivati è subito quella di accorgersi di essere vicini al mare, anche se è a 15 km di distanza, l'aria, la gente, i dehors dei ristoranti in piazza.
In più, capitiamo in questa simpatica città proprio la sera in cui ci sono i festeggiamenti di Saint Jean! Sì, lo stesso S. Giovanni che festeggerete stasera a Torino.
Ceniamo in un ristorantino con cibo spagnolo molto carino, notevole il bagno dove una copertura di cellophan scorre sopra l'asse tutte le volte che vuoi sederti. Faceva venir voglia di sedertici anche se non ne avevi bisogno! Sarebbe più che altro servito dopo la cena, visto che il piatto comprendeva "Bolas" di carne con fagioli bianchi...
Giusto il tempo di pagare il conto e iniziano i fuochi d'artificio (no, non i miei... quelli veri) da quello che credo sia il castello della città, ma dato il buio e la fugace visita potrebbe essere anche un normale palazzo.
Comunque il palazzo/castello è sul fiume, i fuochi d'artificio sono stati davvero bellissimi, con musica e giochi di luce, è stata una delle poche volte in cui sono riuscito a dire che lo spettacolo è stato più bello dei nostri fuochi... Quest'anno purtroppo non potrò fare il raffronto, ma almeno posso dire di aver visto i fuochi di S. Giovanni lo stesso!!!
Finiti i fuochi ovviamente torniamo al campus, distrutti; arriviamo alle ore 2:00, stiamo svuotando la macchina quando io e C. ci accorgiamo di aver dimenticato una cosa: il dolcino "fico e noci" comprato al Despar la mattina... Ovviamente, non potendolo buttar via, potete immaginare come il fine serata sia stato "dolce", accompagnato da birretta fresca...
giovedì 21 giugno 2007
Primo mese a Tolosa
Benvenuti!
Finalmente anche io apro un blog… Lo so, nessuno ne sentiva la mancanza, ma qualcuno me lo aveva chiesto un po’ di volte… In principio non ne ero convinto, anzi ero profondamente contrario, poi alla fine questa voglia mi è venuta, più che altro per tenere in qualche modo un ricordo di questi mesi che passerò all’estero. E anche per soddisfare un po’ la mia voglia di scrivere.
Ora, però, è già passato più di un mese dall’inizio della mia avventura, quindi come fare?
Semplice, o forse no, ma farò così: in questo post vi farò una breve (per quanto possibile) sintesi di questo mese, tralasciando le gite dei week-end di cui parlerò successivamente, quando non avrò un bel niente da raccontare… Sicuramente tralascerò qualcosa, ma quando mi verrà in mente la racconterò, come un flash-back, come quei film che iniziano con la storia che è già iniziata, si passa quindi a un lungo excursus sull’inizio della storia e poi durante lo svolgimento lasciano spazio a qualche flash-back che rende più chiara la storia presente…
Mi sono spiegato bene? Sicuramente no, ma comincio lo stesso.
I compagni di viaggio
E’ innanzitutto doveroso indicare nomi e facce dei miei compagni di master, altrimenti sarebbe molto difficile capire ogni volta di chi sto parlando.
In alto (da sx): Alex (Axel), Daniele (Mi’Zio/Jules Verne), Salvo (il Maestro/CabinMan), Amir (il Capitano), Sandro (Tony Rap/Lupin). In basso (da sx): Stewart (Steward/Suerte/Zona Cesarini/Larsen/Alzatore), C. (il Principe) [che vuole la sua privacy] e, ovviamente, il sottoscritto.
Nei tre riquadri, da sx, Cosimo (Padre Pio/Pianista sull’Oceano), Alessandro (Bombolo) e Vincent (Jones).
Da aggiungere c’è che siamo tutti Italiani (9), a parte Alex (Tedesco) e Vincent (Francese).
Arrivo a Tolosa e sistemazione
Partenza da Torino-Caselle sabato 19 Maggio’07, in macchina, protagonisti Cosimo, Sandro, C., Ale, Amir, Stewart e io, ovvero 7 persone in 3 macchine. Sembra avanzi un sacco di posto, vero? Beh, scordatevelo, macchine stracariche e al ritorno a quanto pare sarà peggio.
Ad ogni modo, dopo un viaggio che doveva iniziare alle 10 ed è iniziato alle 10.40 (anche per colpa mia, sì…) e che è terminato alle 19.50 condito da diverse soste e un paio di foto scattate da un famoso e gentilissimo fotografo francese chiamato Autò Velòcs, giungiamo al campus SUPAERO.
Ad accoglierci al “Poste de Garde”, dei simpaticissimi signori che ci informano del fatto che le nostre camere risultano prenotate dal successivo lunedì in poi… Grasse risate accompagnano la gag dei signori appena conosciuti, seguite poi da musi molto lunghi e incarogniti dovuti alla scoperta che quella non fosse una gag cabarettistica… In ogni caso tutto si riesce a risolvere e riceviamo le chiavi delle nostre camere, non prima di essere stati (sempre gentilmente) avvisati che il ristorante del campus è chiuso proprio in quel week-end…
Il campus
SUPAERO è una scuola molto esclusiva qua in Francia, il campus come concetto ricorda in parte quelli che abbiamo visto durante la nostra adolescenza nei telefilm americani (esatto, parlo proprio di Beverly Hills 90210), anche se esteticamente molto più grezzo. Ci sono diverse palazzine, cioè i dormitori (3), la mensa, i laboratori e i complessi dove ci sono le aule, oltre ovviamente agli uffici dei prof., infine “last but not least” la palestra e la piscina. Insomma, tutto molto a portata di mano e in un unico grande complesso, pensate che bello alzarsi la mattina dieci minuti prima di andare a lezione, una volta finito farsi un’oretta di piscina e dopo altri 10 minuti essere già nella propria stanza… Quando lo capiremo anche in Italia sarà troppo tardi…
Grossa pecca del campus: è isolato dalla città e da tutto il resto. In macchina ci va 1 quarto d’ora per arrivare in centro, in più cercare parcheggio (cosa non molto facile qui… e se lo dico io…), in bici mi dicono ci vadano 20-30 minuti… Per fare la spesa o si va a piedi a un discount qua vicino o in macchina fino a un Carrefour, anche quello a 1 quarto d’ora… Vi dico solo che il discount si chiama “Le Mutant”, quindi si va sempre al Carrefour…
I Francesi
Occorre qui fare una grossa, grossissima distinzione tra i Tolosiani e gli studenti SUPAERO.
Iniziando dai secondi, questi ragazzi prima di entrare qua dentro, una volta finito quello che da noi è il liceo, fanno ben 2 anni di scuola di preparazione per poter entrare in questa scuola, studiano praticamente solo matematica e fisica… Insomma, per 2 anni fanno una vita da sfigati, poi arrivano qui a 21 anni e scoprono la vita, vivere da soli, birra, etc… quindi non sanno minimamente regolarsi, sembra di vedere dei 14/massimo 16enni nel corpo di 21enni… e comunque rimangono dei nerds. La cosa più assurda: arrivati qui, ti aspetti di salutare da subito quelli della tua palazzina. O almeno di salutare quando li incroci per la 10 volta. No, sbagliato, ci provi con “Hi!”, “Ciao!”, “Salut!”, “Bonjour!”… niente da fare, non rispondono, ti salutano solo ed esclusivamente:
- Quando TU stai mangiando (quando mangiano loro non ti cagano)
- Quando sei al bagno
Non chiedetemi perché, è così e basta, non c’è una spiegazione…
I Tolosiani sembrano parecchio diversi, invece. Dico “sembrano” perché visto l’isolamento del campus non me la sento ancora di dire di conoscere bene la città e i cittadini. Devo dire però che sono rimasto molto stupito, sapevo che i Francesi sono MOLTO diversi da regione a regione (ci credo, hanno la nostra stessa popolazione ma il quadruplo della superficie…), ma la mia limitata conoscenza della Francia a Parigi e alla Costa Azzura mi portava ad avere certi preconcetti che qui trovano molte meno conferme…
Innanzitutto, si sforzano molto di più di capire quello che stai dicendo, una delle mie idee dei francesi era che se non pronunciavi perfettamente le parole loro facevano finta di non capirti, o almeno questo mi è capitato praticamente sempre quando ero stato nei suddetti posti. Qui sarà la vicinanza alla Spagna, l’origine occitana, l’influenza araba, ma addirittura capiscono ME quando spiaccico qualche parola di francese… io che notoriamente non so una mazza… Altra cosa, qui ho trovato diverse persone (anche se comunque poche…) capaci di parlare Inglese; per carità, mai ai livelli di Germania, Olanda, Svezia, etc., ma se onestamente confronto qui con l’Italia ahimé… però siamo CAMPIONI DEL MONDO, e ogni tanto fa bene ricordarlo!
I Non Francesi
Partiamo ovviamente dagli Italiani, qui ne abbiamo conosciuti 3, uno è andato via poco dopo il nostro arrivo (giusto in tempo per venderci il suo frigo usato.. grazie Gianni!!!). Mauro e Alberto, invece, sono ancora qui (anche se ancora per pochi giorni) e si sono rivelati dei bravissimi ragazzi, semplici e simpatici, sempre pronti a darci una mano, davvero fantastici!
Due settimane dopo il nostro arrivo è giunto un gruppo di studenti Americani, un gruppo molto eterogeneo devo dire (oltre al fatto che di veri Americani ce ne sono pochi), sono più piccoli (max 21 anni) e in alcuni casi si nota parecchio. Abbiamo legato un po’ di più con 3-4 ragazzi, a dire la verità gli unici a sembrare un po’ più svegli, più che altro vengono sempre a chiedere qualcosa, anche cose stupide, ma hanno ogni giorno un buon motivo per venire a bussarti e chiedere… Difetto principale: ogni volta che ti incrociano per le scale non si limitano MAI a un semplice “Hi!”… No, devono SEMPRE aggiungere un “How is it going?” oppure un “How do you feel today?”, “What did you do yesterday?”, “What are you doing tonight?”… Tutto questo anche se la stessa persona l’hai incontrata 5 minuti prima!
New entry (giusto di ieri sera): i Brasiliani!
Conosciuti perché ieri ci abbiamo giocato contro a calcetto… vinto o perso? Tenete un po’ di suspence, nei prossimi giorni (magari già domani) farò una sintesi dell’incontro, con commenti e interviste “a freddo”. Loro comunque molto simpatici, credo ci giocheremo altre volte contro perché ci siamo molto divertiti!
Il Lavoro
Già, sono qui anche (in teoria soprattutto) per lavorare… In realtà anche se dal racconto che ho scritto finora non sembrerà, qui stiamo lavorando parecchio, ogni mattina iniziamo alle 9.15 e in teoria dovremmo finire alle 18… in questi giorni però spesso e volentieri (mica tanto volentieri) prima delle 18.30/18.45 non si finisce… Stiamo però lavorando bene e sono convinto che otterremo dei buoni risultati alla fine… Ma non vi annoio oltre perché so già quanto vi interessi la cosa…
Lo Sport
Già detto del calcetto, occorre precisare che ci sono 2 possibilità: calcetto a 5 in palestra e 4 contro 4 all’aperto sul campetto da playground con porte molto piccole (senza portiere).
Ma lo sport del momento è il calcio-tennis (che già molti francesi ci hanno copiato), dove Alessandro regna incontrastato… nel 4vs4, invece, qualche batosta dalle squadre del sottoscritto se l’è presa…
C’è anche un campo in erba che è utilizzato sia per il rugby, sia per il calcio a 11; di traverso ci sono anche le porte per giocare a 7, in quest’ultimo modo abbiamo provato una sola volta ma eravamo troppo pochi e non ne è uscito un granché.
C’è poi una bella piscina coperta e la palestra per far pesi. Nella palestra in cui si gioca a calcio a 5, si gioca anche a pallavolo e a basket. Nota la mia passione per la palla a spicchi, ho conosciuto il capitano della squadra di basket e mi ha detto che potevo andare a giocare… Io lo avrei fatto volentieri, se non fosse che non mi fa mai sapere nulla (ed è passato un mese), sarà perché lo becco di sera ed è sempre ubriaco (ved. Par. “I Francesi”). Se riuscirò nell’impresa di giocare, lo scriverò sicuramente…
I Divertimenti
Eccomi all’ultima parte, sono contento che qualcuno ce l’abbia fatta a leggere fin qui senza addormentarsi o passare alla pagina della gazzetta per seguire le ultime di calciomercato!
Tolosa è una città con parecchi studenti (la seconda in Francia dopo Parigi), quindi la sera è una città davvero VIVA (qualche volta forse troppo, visto come si riducono molti ragazzi la sera…)! Pub, disco-pub e anche un paio di discoteche, strapieni di gente e purtroppo anche di fumo. Eh, sì, qui ancora non c’è nessuna legge anti-fumo e tutti noi Italiani avevamo perso l’abitudine ad uscire da un locale con gli occhi rossi, la gola che brucia e i vestiti da mettere subito in lavatrice… Quando esci qui non devi vestirti bene, devi metterti la roba sporca, tanto quando torni a casa è molto ma molto peggio…
Quando uscire a Tolosa? Personalmente consiglierei il giovedì e il venerdì sera. Stop. Unico “inconveniente” sono i locali che alle 2 iniziano a chiudere, ma almeno c’è un buon mix di vitalità ma senza avere troppa ressa ber bersi qualcosa; il sabato i locali restano aperti fino a tardi, ma quando siamo usciti (in realtà soprattutto gli altri, io praticamente mai il sabato) non è mai stata un granché la serata… Forse proprio perché c’è troppa gente, o perché c’è semplicemente la gente “sbagliata”, non so bene il motivo…
Non so. Io il weekend preferisco impiegarlo per fare qualche gita nei dintorni, ci sono posti veramente validi! Ne abbiamo già visitati diversi, ma come vi dicevo all’inizio di questo lunghissimo ma necessario post, ve ne parlerò in un altro momento… Per ora vi saluto e vi auguro una splendida giornata!
Gigio.