domenica 24 giugno 2007

In viaggio sulle orme dei Catari

Buongiorno a tutti!
Già vi mancavo, vero?
Come vi scrivevo nel primo post, le gite dei weekend avrebbero avuto uno spazio a parte, quindi perché non iniziare proprio con l'ultima, quella di ieri (Sabato 23 giugno), ovvero la gita dedicata ai castelli dei Catari?
Chi erano i Catari (detti anche Albigesi)? Non sto a darvi troppe spiegazioni, wikipedia offre un'ottima sintesi, la cosa più interessante è che si narra che i Catari, definiti eretici dalla Chiesa e dalla Francia (invidiosi del loro potere che si stava espandendo) fossero in possesso del Tesoro dei Templari e che
possedessero anche il Santo Graal!


Rennes-Le-Chateau
Ovviamente l'itinerario non poteva che iniziare da una delle chiese più famose e misteriose, che grazie anche al libro "Il Codice Da Vinci" ha accresciuto la sua fama.
Partiti in mattinata da Tolosa, facciamo una sosta in quel di Couiza per rifornirci di viveri a un Despar (il
nostro itinerario prevedeva pranzo al sacco, risultato baguette, companatico e per me e il Principe un dolcino "fico e noci" dall'aria buona ma devastante) e per recuperare cerotti e Compeed in farmacia, visto che il genio che sta scrivendo queste righe venerdì ha pensato bene di distruggersi un gomito cadendo a peso morto sulla ghiaia.
Senza divagare troppo, torniamo al nostro viaggio mistico in cui raggiungiamo la famosa chiesa.


Arrivati nel paesino, la prima cosa che vediamo è la bizzarra (e per niente Catara) Torre Magdala, bella e con una vista di tutta la vallata davvero suggestiva, fatta costruire nel XIX sec. dal misterioso Cardinale Sauniere, lo stesso che restaurò la famosa chiesa. Evitato l'interno della torre, ci dirigiamo
appunto alla chiesa di
Rennes-Le-Chateau, che ovviamente non poteva che esser dedicata a Maria Maddalena...
L'impatto con la chiesa è difficile da descrivere, è una chiesa piccola e nascosta in mezzo alle case, ma appena ce la si trova davanti sembra di essere in un set cinematografico.
Dicevamo dei lavori di restauro fatti da Sauniere, beh c'è davvero da chiedersi come in un paesino tanto piccolo e sperduto il prete abbia trovato i soldi
necessari a far diventare così ricca una chiesetta. Spero che dalle mie foto si riesca a rendere l'idea.
Sicuramente ancora più suggestivo è il giardino annesso alla chiesa, con l'ingresso un po' inquietante al cimitero (con tanto di teschio piratesco) ma soprattutto con la croce al centro e il suo basamento ai cui piedi ci sono diverse
"coppe" e dove c'è la tanto famosa scritta "Christus A.O.M.P.S. defendit" che ancora oggi non è stata chiaramente decifrata.

Io in realtà l'ho fatto, non posso ovviamente scrivere qui il significato, ma le foto testimoniano come io abbia trovato il Santo Graal e come esso ora sia in mio
possesso...


Il Castello di Termes

Conclusa la visita alla chiesa, ci dirigiamo in direzione Termes facendo una breve sosta ad Arques per vedere solo da fuori il castello (niente di che). Arriviamo quindi a Termes e dopo una salita a piedi di una ventina di minuti (sotto un sole abbastanza massacrante) raggiungiamo il castello, o meglio raggiungiamo quello che ne rimane.
Termes fu una delle più strenue roccaforti catare e cedette all'assedio francese solo a causa della dissenteria provocata dal cattivo mantenimento delle cisterne d'acqua, sì avete capito bene. Il castello fu distrutto nel XVII secolo perché divenuto covo di briganti. Le rovine sono comunque molto interessanti, la cosa più bella e intrigante rimasta in piedi è la finestra con apertura a forma di croce di quella che fu la chiesa. Sicuramente la cosa aggiunge un leggero alone di mistero e anche di misticismo al luogo.

Il Castello di Peyrepertuse
Ultimo castello del nostro itinerario è quello che noi abbiamo per semplicità rinominato quello di Pimperepettennusa (non molto diverso dal nome francese).
Passati attraverso villaggi in cui probabilmente alla nostra vista gli autoctoni avran detto: "Guardate, è arrivato un altro cavallo di ferro! E' già il terzo quest'anno!", arriviamo al parcheggio posto sotto l'imponente muraglia del castello, dove ci aspetta una mezzoretta di salita a piedi tra qualche frasca e su gradini di pietra che ti ingannano con la loro poca rugosità ma che si rilevano trappole scivolose quando meno te lo aspetti.
Contornata da lunghissime mura costruite in una conformazione a punta che termina sul ciglio della montagna, i resti della fortezza sono davvero belli, sembra di fare un salto indietro di 800 anni immaginando Ser Guillame (l'ultimo ad abbandonarla) che dalla cima della fortezza può tenere d'occhio entrambe le valli, quella a Nord e quella a Sud. Si vede anche il vicino castello di Queribus, che non abbiam fatto in tempo ad andare a visitare, e stando anche a quanto dice la guida dovrebbe vedersi anche il mare, ma il cielo era un po' nuvoloso e la vista non era abbastanza nitida. Peccato!
Come spero possano dimostrare alcune foto, la vista è davvero mozzafiato, a strapiombo sulle rocce della montagna; peccato solo per il panorama che, in generale in questa zona della Francia, non offre nulla di speciale, anzi è molto monotono. Quando fai dei viaggi, nonostante le centinaia di chilometri che puoi percorrere, il paesaggio attorno è sempre lo stesso!

Far Benzina in Francia

Finita la visita (ore 20), l'episodio più "divertente" della giornata.

Nel caso vi trovaste in Francia in macchina, eccovi una breve lezione: FATE BENZINA DI GIORNO!
I self-service qui accettano SOLO carte di credito, e fin qui potrebbe anche andar bene, peccato che MasterCard e Visa le accettino solo se con microchip. Con la banda magnetica accettano solo American Express (o almeno così pare, nessuno di noi ce l'ha e non ne siamo sicuri...). La cosa è assurda, anche perché ovunque si paga senza problemi anche con la Visa Electron (anche la postepay), anche dagli stessi benzinai! Solo i distributori automatici non le acettano.
Ci ritroviamo così in riserva in mezzo a strade in cui passa una macchina ogni 5 minuti e nessuna di quelle si ferma a far benzina... Dopo qualche tentativo sbracciando a bordo strada riusciamo a fermare un paio di macchine, la seconda è guidata da un tizio che si offre di aiutarci, paga lui per noi e noi gli diamo i soldi in contanti...

Perpignan (con festa di Saint Jean)

(per le foto, ringrazio Amir)
Dopo aver perso più di un'ora in quest'avventura, ci dirigiamo verso la vicina Perpignan, città molto vicina al Mediterraneo e molto vicina alla Spagna. L'impressione principale appena arrivati è subito quella di accorgersi di essere vicini al mare, anche se è a 15 km di distanza, l'aria, la gente, i dehors dei ristoranti in piazza.
In più, capitiamo in questa simpatica città proprio la sera in cui ci sono i festeggiamenti di Saint Jean! Sì, lo stesso S. Giovanni che festeggerete stasera a Torino.
Ceniamo in un ristorantino con cibo spagnolo molto carino, notevole il bagno dove una copertura di cellophan scorre sopra l'asse tutte le volte che vuoi sederti. Faceva venir voglia di sedertici anche se non ne avevi bisogno! Sarebbe più che altro servito dopo la cena, visto che il piatto comprendeva "Bolas" di carne con fagioli bianchi...
Giusto il tempo di pagare il conto e iniziano i fuochi d'artificio (no, non i miei... quelli veri) da quello che credo sia il castello della città, ma dato il buio e la fugace visita potrebbe essere anche un normale palazzo.
Comunque il palazzo/castello è sul fiume, i fuochi d'artificio sono stati davvero bellissimi, con musica e giochi di luce, è stata una delle poche volte in cui sono riuscito a dire che lo spettacolo è stato più bello dei nostri fuochi... Quest'anno purtroppo non potrò fare il raffronto, ma almeno posso dire di aver visto i fuochi di S. Giovanni lo stesso!!!

Finiti i fuochi ovviamente torniamo al campus, distrutti; arriviamo alle ore 2:00, stiamo svuotando la macchina quando
io e C. ci accorgiamo di aver dimenticato una cosa: il dolcino "fico e noci" comprato al Despar la mattina... Ovviamente, non potendolo buttar via, potete immaginare come il fine serata sia stato "dolce", accompagnato da birretta fresca...


4 commenti:

Giu ha detto...

Ehm mi pare che tu abbia glissato decisamente troppo in fretta sull'episodio "caduta a peso morto su gomito", di cui gradirei dettagliato post corredato di video esplicativo e colonna sonora stile benny hill...

Marco ha detto...

Complimenti per la benzina!
Avete rischiato un minimo: un po' come trovarsi proni nel Mar Rosso...

Tra l'altro, a proposito di Graal, e' particolare la coincidenza per cui Sauniere (di cui tu parli nel post) e' anche il nome del primo assassinato nel libro "Il Codice Da Vinci"... Costui non era un cardinale, pero' aveva sicuramente a che fare con la Leggenda!

Orbene, mi associo alla richiesta di Giulio e attendo ulteriori aggiornamenti sul misfatto!!!

A presto,
un abbraccio,
Marco

Marco ha detto...

"... proni nel Mar Morto...", naturalmente!
Ah che svista.
'Sti mari dai mille colori...

Ciao,
Marco

Pale ha detto...

Ehi, anche io voglio sapere della caduta... ma soprattutto: il graal non ti ha guarito?!?!